La povera stazione di Firenze Santa Maria Novella sta vivendo delle trasformazioni profonde che in qualche modo la stanno violentando.
Qualche anno fa hanno fatto sparire i sanpietrini fortemente voluti da Michelucci sotto uno strato di asfalto, le barriere di accesso ai binari hanno frazionato il salone viaggiatori, come detto nel post precedente abbiamo perso il binario 16 ed ora è stato dato il colpo di grazia anche allo spazio tra la Stazione e l'abiside della chiesa di Santa Maria Novella.
Di fronte alle scalette della Stazione passerà la linea 2 del tram che si svincolerà in due direzioni (verso duomo e verso via valfonda) a pochi passi dall'abiside della chiesa. Questa scelta infrastrutturale ha fatto sì che lo spazio vuoto tra stazione e chiesa sia stato riempito da una selva di pali, annullando il prezioso dialogo tra i due edifici voluto dal Gruppo Toscano, progettisti della Stazione. I due monumenti in pietraforte, concepiti in epoche diverse, si fronteggiano testimoniando la storia è l'evoluzione di Firenze; lo spazio tra loro non è un semplice passaggio, ma un vuoto che esalta entrambe le architetture: una con la sua marcata linearità orizzontale, l'altra con gli articolati e slanciati volumi dell'abside e del campanile.
Non si tratta del retro di una chiesa e di un banale edificio del 900, si tratta di due edifici importanti a cui si deve rispetto e che devono essere presi in considerazione nella pianificazione dello sviluppo cittadino.
Con questo non voglio demonizzare la tramvia, anzi, sono sicura che sarà un strumento prezioso per la mobilità fiorentina, ma avrei voluto che la tecnologia di cui fa uso, fosse stata adeguata al tempo in cui è stata realizzata, almeno per i tratti paesisticamente sensibili della città. Avrei voluto che l'amministrazione fiorentina fosse stata così attenta da proporre soluzioni meno impattanti per questo tratto, come l'alimentazione su binari o l'alimentazione a batteria del tram, l'alimentazione su pali è la più economica e la più antiquata, io credo che Firenze si meriti di meglio.
La Firenze del 2000 deve iniziare ad essere all'altezza del suo passato, passato che l'ha resa famosa nel mondo.
Firenze non é mai più stata innovativa come lo é stata nel Rinascimento: la cupola é il simbolo di quell' epoca, bellezza e tecnologia al servizio dello sviluppo della città. Firenze, nell'ottica di diventare punto di riferimento politico e culturale nel panorama italiano, si rivolse ai migliori progettisti, ai migliori artigiani e ai migliori artisti per crescere, ed é seguendo questa pratica che ha decretato la sua grandezza nel mondo della storia, dell'arte e dell'architettura.
Con il tempo é stata abbandonata l'ambizione di fare interventi corali progressisti e puntuali di qualità per far fronte alla maggior crescita della città, si é persa la progettazione d'insieme degli spazi pubblici, delle infrastrutture, delle grandi opere.
La politica attuale è assai semplice, si pensa che basti "fare" per "fare bene", senza riflettere su come questo "fare" influenzerà le generazioni future: Firenze è entrata nella storia per la sua Bellezza, la bellezza delle sue costruzioni e della sua politica e dei personaggi che hanno contribuito alla sua crescita.
Noi abbiamo bisogno di bellezza per crescere! Pensiamo a chi è in grado di dare Bellezza alle città e chiamiamoli!