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#21 . gioie e dolori dell'architettura massese


Non ho perso più molto tempo ad incrementare l'album delle "gioie e dei dolori".

Non che non ci sia più nulla da far notare, anzi, qualche cosa di veramente bella ancora la potrei far vedere e i dolori... i dolori ormai non li distinguo più: non li so più classificare, non so più cosa è opera di architettura spontanea e cosa non lo è.

E sinceramente mi sono anche un po' stancata: se continuo a girar per Massa concentrata sulle opere architettoniche da far notare per la loro incongruenza, non avrò più nessun piacere a farmi le mie biciclettate a giro per la città, e Massa non la voglio odiare, è pur sempre la città che mi ha dato i natali e in cui ha avuto inizio la mia formazione architettonica.

Formazione che continuo a portare avanti attraverso le esperienze e le letture in cui mi imbatto giorno dopo giorno.

Oggi ho letto per la prima volta il codice deontologico degli Architetti e ho scoperto che c'è una direttiva europea che dice: "la creazione architettonica, la qualità delle costruzioni, il loro inserimento armonioso nell'ambiente circostante, il rispetto dei paesaggi naturali e urbani e del patrimonio collettivo e privato sono di interesse pubblico".

IL PATRIMONIO COLLETTIVO E PRIVATO E' DI INTERESSE PUBBLICO!

Per cui l'art.2 co.2 recita: "Il professionista nell'esercizio della professione deve vigilare con diligenza sull'impatto che le opere da lui realizzate andranno a provocare sulla società e sull'ambiente".

Tempo fa fui accusata di aver infranto l'art.19 co.3 del codice per un commento ad una foto del mio album "gioie e dolori dell'architettura massese", tale articolo dice: "l'iscritto deve astenersi da apprezzamenti denigratori nei confronti di un collega.".

Fui, oggettivamente, accusata ingiustamente dato che non avevo fatto nomi ma solo commenti personali su un edificio visibile dalla pubblica via. Mi venne comunicato che con i miei commenti arrecavo un danno economico al progettista: era il mio giudizio a non fargli vendere l'edifcio, il mio giudizio e non la qualità della sua opera.

Per evitare noie, mitigai i miei commenti e dopo questa esperienza iniziai ad apprendere le regole della critica architettonica.

Ma tornando al codice: se un iscritto infrange l'art.2 co.2, perchè non viene ripreso e spinto a correggere il suo atteggiamento nei confronti della società e dell'ambiente?

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