Ho avuto una segnalazione per infrazione del codice deontologico e una querela a seguito di un mio post sulle "gioie e dolori dell'architettura massese" e mi è sato suggerito di eliminare la foto incriminata e il rispettivo commento. Ma non facendo nomi, non dicendo luoghi, non entrando nelle proprietà private per scattare foto che svelano cose che dalla pubblica via non si vedono, trovo l'accusa alquanto infondata.
La libertà di critica è un diritto irrinunciabile, per questo settimana scorsa sono andata a parlare con il presidente dell'ordine degli architetti di Firenze, a proposito della segnalazione che ho ricevuto. E ho capito cosa ho sbagliato. Ho capito qual'era il punto debole della mia critica: come si legge nell'art. 13 del codice deontologico dell'ordine degli architetti, è deontologicamente vietata "la diffusione di notizie e apprezzamenti circa l’attività di un professionista idonei a determinarne il discredito". In uno dei commenti dell'album feci capire che l'autore dell'opera che stavo criticando era un architetto e io, in quanto collega, ne stavo diffamando la professionalità e arrecando un danno economico, a sua opinione, a mio vantaggio. Quindi per cui, la libertà di critica non è a sua volta criticabile se rivolta solo e soltanto ad oggetti e non a colleghi, devo imparare ad essere pungente con leggerezza e discrezione. E' incredibile: non si finisce mai di imparare!