Nel 1859 c'è stato un grosso brillamento solare, il più grosso mai registrato da quando si registrano i dati del sole. Questo brillamento bruciò la carta dei telegrammi e creò aurore boreali così forti che sia al polo sud che al polo nord si poteva leggere senza accendere la luce. Di sicuro ci sarà un altro brillamento di tale entità, non sappiamo quando, ma ci sarà; e a sto giro non bruceranno solo i telegrafi, le cose elettroniche che salteranno saranno un po' di più: i pc si spengeranno, gli smartphone vi esploderanno in mano, i terminali delle poste smetteranno per sempre di funzionare, la De Filippi verrà oscurata, le foto di tutte le vostre vacanze e dei vostri pargoli finiranno nell'oblio, la carta socio coop non darà più sconti, i satelliti sembreranno fuochi d'artificio, gli amanti virtuali si lasceranno per sempre, per non parlare delle automobili di ultima generazione, tutte le nostre città dipendenti dall'elettricità bruceranno come falò! Solo gli africani dei villaggi, gli esquimesi, i mongoli e gli aborigeni dell'amazzonia non si accorgeranno di nulla. Il pianeta ricomincerà a vivere un suo periodo di dovuto rispetto, e si smetterà pure di leggere cose troppo noiose sui social, comprese le mie. Ecco, io aspetto il brillamento. E mentre lo aspettate anche voi, andatevi a vedere "Lo and Behold" di Werner Herzog, il più bravo documentarista dall'invenzione della cinepresa, che dopo il brillamento non lo potrete più vedere, sempre che Herzog non ne abbia fatto una copia su pellicola.
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Rappresentazione del brillamento del 1º settembre 1859 e della macchia solare interessata dal fenomeno, disegnata da Richard Carrington.